L’insegnante di mio figlio continuava a punirlo, così sono andato a scuola e ho scoperto il vero motivo.

Quando Lucas ha iniziato a ricevere note disciplinari, ho pensato si trattasse dei soliti capricci adolescenziali. Aveva da poco compiuto dodici anni e, come tanti suoi coetanei, viveva tra sbalzi d’umore e atteggiamenti sfidanti. Ma quando in una sola settimana sono arrivate tre email dalla stessa insegnante, la signora Bennett, ho capito che dovevo intervenire.

L’ultima email, in particolare, mi ha fatto riflettere: «Lucas ha interrotto la lezione con commenti inappropriati. Ha ricevuto una nuova punizione. Vi prego di parlare con lui.» Quella frase mi ha ferito. Non riconoscevo il ragazzo descritto in quelle righe.

Ho deciso di recarmi di persona alla scuola. Ho fissato un incontro con la signora Bennett per il giorno successivo. Ricordo bene quell’attesa nel corridoio, davanti alla sua aula, con il cuore che batteva forte. Non ero lì per litigare, ma per capire.

La signora Bennett mi accolse con un sorriso educato, ma distaccato. Dopo i saluti, andò subito al punto. “Signora Rossi, suo figlio è intelligente, ma cerca costantemente di distrarre gli altri. È sempre… presente, ma in un modo caotico.”

“Che tipo di distrazioni?” chiesi.

Mi raccontò che Lucas spesso faceva domande fuori contesto o raccontava storie per far ridere i compagni. “È come se volesse costantemente attirare l’attenzione,” aggiunse.

Tornai a casa confusa. Quella sera, seduti a tavola, ho chiesto direttamente a Lucas il motivo del suo comportamento. Dopo un momento di silenzio, ha confessato: “Voglio solo che gli altri si divertano. La scuola è così noiosa, e nessuno ride mai.”

Poi aggiunse una cosa che mi ha spezzato il cuore: “E quando faccio ridere gli altri, anche la maestra sorride… per un attimo.”

In quel momento ho capito. Non era solo una questione di disciplina, ma di bisogno d’espressione, di attenzione, forse anche di connessione. Mio figlio stava cercando il suo posto, e l’unico modo che aveva trovato era quello di far sorridere gli altri.

Da quel giorno, con la scuola, abbiamo trovato un modo per incanalare la sua energia. Ora Lucas partecipa al laboratorio teatrale. E la signora Bennett? È diventata la sua più grande sostenitrice.

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