Mi chiamava «povero» davanti a tutti, ma non sapeva chi fossi veramente.

Era una serata speciale, il primo anniversario del matrimonio di Sabrina e Vladislav, ma quello che avrebbe dovuto essere un momento di gioia si stava trasformando in un incubo pubblico. La festa, piena di ospiti eleganti, risate e brindisi, si svolgeva in una lussuosa sala da pranzo, ma Sabrina si sentiva fuori posto. Il suo abito elegante, discreto, non si faceva notare come quelli delle altre donne. E Vladislav, il marito, sembrava sempre più distante.

Durante la cena, tra il tintinnio dei bicchieri e le risate, Vladislav, con il sorriso sornione, fece una battuta che congelò l’atmosfera. “Mia moglie è davvero modesta, non può permettersi i gioielli più costosi. Viviamo quasi come se fossimo poveri,” disse, guardando Sabrina con un sorriso di superiorità. Il silenzio cadde improvviso. Sabrina, con il volto in fiamme, si fece piccola, cercando di nascondere l’umiliazione.

Ma non era come pensava Vladislav. Sabrina, pur essendo una donna discreta, aveva più di quanto immaginasse il marito. Con una calma gelida, rispose: “Se questo è il tuo brindisi, mi sembra che la modestia sia una virtù che non conosci bene.”

La serata proseguì tra sorrisi forzati e chiacchiere leggere, ma Sabrina non riusciva a scrollarsi di dosso il peso di quella frase. Poco dopo, Marina, la moglie di uno dei colleghi di Vladislav, si avvicinò. “Quanto è fortunata a non doversi preoccupare di nulla,” disse, notando il silenzio imbarazzato. Sabrina sorseggiò il vino e rispose: “Hai ragione, Marina. Per me il denaro non è mai stato un problema.” Il suo sorriso si fece più deciso.

Quando Vladislav tornò da lei, aggiunse con aria soddisfatta: “Sabrina è un genio nel risparmiare, sempre così attenta.” Sabrina non esitò a rispondere: “E tu, caro, sei sicuro di sapere a chi appartiene la società per cui lavori?” Un silenzio imbarazzante seguì, mentre Sabrina continuava, “Perché quella società… è la mia.”

Gli occhi di Vladislav si spalancarono. Un barlume di comprensione, troppo tardi, si accese nei suoi occhi. La vendetta era servita.

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