— Tesoro, quale divorzio?! E l’appartamento?! È tuo! — si agitò il marito in preda al panico.

Alena aveva sempre avuto una mente lucida e una forza di volontà rara. Fin da adolescente risparmiava ogni moneta per comprare un futuro: un piccolo appartamento tutto suo. Niente sogni frivoli, solo concretezza.

Quando conobbe Valera a una cena tra amici, fu come se la vita le avesse fatto un regalo. Lui era brillante, allegro, pieno di idee. Lei si lasciò trasportare. Si sposarono presto, con semplicità. Alena continuava a lavorare come contabile, meticolosa e determinata. Valera, impiegato in una start-up di marketing, parlava di “grandi progetti” e “cambiamento”.

All’inizio tutto sembrava perfetto. Lui portava energia, lei stabilità. Ma con il tempo, le cose cambiarono. Valera un giorno tornò a casa, gli occhi spenti e una scatola tra le mani. Si era licenziato.

«Mi serve una pausa», disse. Alena lo sostenne, certa che fosse solo un momento. Ma i giorni diventarono settimane, poi mesi. Valera non cercava più lavoro. Passava le giornate davanti al computer, tra video motivazionali e sogni irrealizzabili.

Alena si spezzava in due: lavorava fino a tardi, pagava tutto, e a casa trovava silenzio e disordine. Lui era diventato ombra di sé stesso, e lei una donna sempre più sola.

Una sera, tornò tardi. La casa era immersa nel buio. Valera era sul divano, lo sguardo nel vuoto. Alena non urlò. Non pianse. Disse solo:

«Valera, voglio il divorzio.»

Lui scattò. «Cosa?! E il nostro appartamento?! È colpa tua!»

«È intestato a me», rispose lei con calma, mostrando i documenti.

Per la prima volta da mesi, Alena respirò. Aveva scelto sé stessa. Aveva salvato il suo sogno. E, forse, anche la sua vita.

Perché non tutti gli amori sono destinati a durare, ma ogni donna merita di vivere senza portare sulle spalle il peso di due.

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